Riqualificazione urbana e cultura: benvenuti alla LX Factory di Lisbona

Quando si parla di riqualificazione (o rigenerazione) urbana si intende quel processo che porta al recupero di un’area urbana abbandonata o in disuso, che viene gradualmente trasformata in uno spazio nuovo e dedicato a diverse attività di natura culturale, sociale o economica. O meglio secondo la definizione che ci fornisce Wikipedia “Con rigenerazione urbana (Urban renewal in lingua inglese) si intende un programma di riqualificazione del territorio come rimedio al degrado urbano.”

Quest’azione permette ai cittadini di riappropriarsi nuovamente di luoghi della città di cui hanno bisogno per esprimere e vivere al meglio la propria vita creativa e culturale, aumentando così, di conseguenza, il benessere e la qualità della vita.

Se parliamo di luoghi in disuso destinati ad una nuova funzione sociale e culturale, io per esempio, sogno per la mia città, Roma (dove di luoghi abbandonati ce ne sono davvero tanti) la nascita di tante “fabbriche creative”, trasformate da spazi in disuso a nuovi spazi di aggregazione, creatività e sperimentazione, che vengono finalmente restituiti ad uso dei cittadini.

In realtà, la “fabbrica creativa che vorrei” esiste già, ma a diversi chilometri da Roma e si chiama LX Factory la cui sede è a Lisbona. Non so quanti dei miei lettori hanno avuto modo di visitare questo luogo, ma per me ogni volta che mi trovo nella capitale Lusitana per piacere o per lavoro, è una tappa obbligatoria.

Ho trascorso gli ultimi mesi proprio a Lisbona, dove ho avuto modo di immergermi nella vita culturale della città e tra i posti che meritano una menzione speciale, c’è sicuramente lei: la Lx Factory.

Lx Factory – ingresso principale

Cos’è LX Factory?

Lx Factory è un interessante progetto di riqualificazione urbana, che si trova in un luogo dismesso, lontano dal centro città in una ex zona industriale, più precisamente nel quartiere di Alcântara, non molto distante dal famoso quartiere Belem (non famoso solo per la produzione dolciaria) ma anche per essere stato protagonista dal 2008 di una massiccia riqualificazione urbana voluta dall’amministrazione comunale e dai cittadini.

Ad oggi LX Factory è un luogo che rappresenta per Lisbona qualcosa di più di un semplice posto. Con i suoi 23.000 m2 è diventato un importante centro di creatività, un’isola creativa occupata da aziende e professionisti che lavorano in diversi ambiti, ed è teatro di una vasta gamma di eventi nei settori della moda, della pubblicità, della comunicazione, del multimedia, dell’arte, dell’architettura, della musica, e questo ha portato ad essere la LX Factory una dinamica realtà che ogni giorno attira innumerevoli visitatori.

Lx Factory – interno della fabbrica

Qui la cultura può svilupparsi e le idee creative vengono messe alla prova e nello stesso tempo alimentate. All’interno di questa ex fabbrica tessile convivono diverse realtà, all’incirca 50, tutte unite dal sogno di riqualificare gli ambienti urbani e di restituire al territorio luoghi e progetti nuovi, per farli ridivenire vivi e vivaci. Oggi LX Factory è:

  • Un incubatore di startup.
  • La sede di vari spazi creativi e agenzie di comunicazione e di coworking
  • Un luogo ricco di caffetterie, ristoranti, una celebre libreria, Ler Devagar, e varie boutique di design, artigianato e abbigliamento made in Portugal.

In poche parole, la LX Factory riesce a far convivere in maniera perfetta arte e artigianato, innovazione digitale e cultura, musica e creatività che mirano a integrarsi con il tessuto urbano, per far vivere l’innovazione senza dimenticare la cultura propria di Lisbona.

L’importanza del rinnovare gli ambienti cittadini

La riqualificazione e il riutilizzo genera valore per tutte le realtà coinvolte, i “non luoghi” delle città ci parlano di insuccesso e di disfacimento. Continuare a costruire può non essere vantaggioso per le nostre città sia in termini economici che ecologici.

Perché allora non pensiamo a soluzioni alternative, come quello di riutilizzare quello che già abbiamo e riqualificare gli spazi già edificati e abbandonati?

Dobbiamo davvero dare loro una nuova vita, un nuovo significato per ridare spazio alla creatività nelle nostre città in maniera consapevole. Riportare a nuova vita un patrimonio edilizio lasciato al degrado vuol dire portare vita nelle periferie industriali, dare loro luoghi di aggregazione e di cultura, e questo vale anche per le grandi città come Roma che di ambienti abbandonati al degrado ne ha molti, forse troppi.

La riqualificazione dei luoghi urbani

Quando parlo di rigenerazione urbana parlo di un concetto ombrello davvero ampio, dobbiamo ripensare alle città e alle periferie partendo dalla voglia di riqualificare e rigenerare in modo fisico delle zone trovando il giusto modo di integrare gli interessi ambientali con quelli economici e non solo.

Le comunità devono essere parte integrante dei progetti, la loro voce va ascoltata, i loro suggerimenti presi in considerazione ma soprattutto bisogna far sì che siano una parte attiva, solo così avverrà il cambiamento!

Questi progetti non devono essere visti come meri casi studio o come il semplice frutto della voglia di seguire il trend dell’ecologia, ma come un modo per rigenerare il tessuto urbano, renderlo compatto e dare alla comunità un luogo migliore dove vivere.

Quanti luoghi come questi abbiamo nelle nostre città?

Se penso a Roma sono davvero tanti, nell’ultimo censimento sui siti industriale sono stati trovati 195 luoghi dismessi e questi solo all’interno delle strutture industriali, ma abbiamo anche palazzi, centri sportivi, ospedali e molto altro.

I dati in Italia sono abbastanza sconfortanti:

  • 7 milioni le case abbandonate.
  • Oltre 800.000 gli edifici e i complessi edilizi non utilizzati.
  • 1600 i chilometri di linee ferroviarie dismesse e in altri 1300 il servizio è sospeso.
  • 1900 stazioni ferroviarie chiuse.

Image courtesy of Antonio Idini

La riconversione di questo patrimonio immobiliare è valutata oltre 400 miliardi di euro e può rappresentare un’occasione unica per ridefinire la nostra cultura e le nostre città e per dare respiro alle amministrazioni comunali, al territorio e soprattutto ai cittadini stessi.

Quali sono i progetti di rigenerazione urbana sostenibile?

Il Recovery Plan europeo mette in campo oltre 9 miliardi per la riqualificazione urbana italiana di cui quasi 3 miliardi e ½ sono destinati alla rigenerazione del tessuto urbano per ridurre ed eliminare le situazioni di degrado ed emarginazione sociale.

Quasi 3 miliardi verranno poi destinati alla riqualificazione e urbanizzazione integrata che prevede anche il recupero di soluzioni alloggiative per i lavoratori. E ancora il Fondo Green New Deal porta in Italia 4,6
miliardi per progetti di vario tipo, tra i quali la rigenerazione urbana sostenibile.

Image courtesy of Ricardo Rocha

L’interesse per questo argomento, come è giusto che sia, è davvero forte e ogni giorno nascono realtà
come ReinvenTIAMO Roma per la rinascita di spazi abbandonati grazie al bando internazionale Reinventing Cities – per la realizzazione di progetti di rigenerazione urbana all’insegna della sostenibilità ambientale, che promuovono un approccio basato sulla valorizzazione del patrimonio
edilizio esistente sia esso pubblico o privato.

Questo progetto vuole rilanciare Roma, partendo dal recupero di quegli edifici già esistenti per dare vita a un tessuto urbano coeso e compatto, multiculturale e innovativo ma allo stesso tempo
sostenibile e intende farlo attraverso lo sviluppo di obiettivi comuni e con regole chiare. Riusciranno in questo intento? Speriamo.

Tra gli altri esempi romani, possiamo citare OZ Officine Zero un progetto nato in un ex rimessa di treni fornisce un approccio di economia circolare e di riqualificazione urbana, luogo aggregativo e di lavoro per tutti i creativi e gli artigiani.

Anche Portuense201 è un bell’esempio di riqualificazione urbana, trasformato nel tempo in un distretto culturale e creativo che nasce all’interno di un comprensorio costruito intorno al 1910, adibito originariamente a vaccheria, stalle e latteria.

Questo spazio è stato interamente riconvertito in loft e studi, “creando un luogo dove realtà di diversa natura ed entità si incontrano e interagiscono: si passa dall’arte all’architettura, dal design ecosostenibile al laboratorio di artigianato etico, dal cinema alle statrup innovative.

Conclusione

Esistono doversi studi di ingegneria e architettura che oggi forniscono supporto per la riqualificazione urbana e la rigenerazione del tessuto cittadino e ancor di più lo stesso Governo Italiano con il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali ha dato il via a campagne di informazione. Ad esempio, semplicemente andando sul sito ufficiale, si possono trovare tutte le faq per capire come presentare un progetto e a chi rivolgersi.

Riprendersi il nostro territorio consentirà alle città di evolversi nel divenire sempre più luoghi attrattivi anche per il turismo, strappando dal tessuto edilizio italiano luoghi fatiscenti e degradanti, per restituirgli nuova linfa vitale.

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