Di una cosa sono fermamente convinta ed è che l’arte si mescola all’arte e che letteratura e musica convivano insieme è qualcosa di noto a livello internazionale; eppure, ancora oggi spesso viene negata questa compenetrazione dei generi dai più!
Chi potrebbe mai mettere in discussione William Burroughs come scrittore? Nessuno perché è stato uno dei più vividi esempi della Beat Generation, quello che pochi sanno però è che le sue opere hanno influenzato un po’ tutto il mondo della musica partendo da Lou Reed per arrivare a Kurt Cobain passando per Patti Smith e milioni di altri artisti. Perfino il termine heavy metal deriva da un suo libro ovvero Uranian Willy. The Heavy Metal Kid.
Possiamo quindi dire che Burroughs è stato anche un rocker a tutto tondo, e che nel suo loft accoglieva i personaggi più disparati della musica come un eremita accoglie i suoi discepoli.
Ecco partendo proprio da questa considerazione ho pensato di parlarvi di alcuni musicisti/scrittori che rendono davvero palese l’incontro tra queste due arti.
Leonard Cohen
Leonard Cohen è conosciuto per essere uno dei più importanti cantautori che la scena internazionale ci ha dato, la sua voce suadente e potente troppo grande per un corpo minuto come il suo, ha saputo di volta in volta cantare l’amore e le passioni ma anche l’abisso del mondo.
Questo cantautore però ha sempre avuto un animo da romanziere tanto da aver scritto in gioventù pagine bellissime come:
- Il Gioco Preferito. Questo è il suo primo romanzo scritto nel 1963 che ha avuto un grandissimo successo di critica tanto da far paragonare Cohen a Joyce.
- Beautiful Losers. Il secondo e ultimo romanzo di Leonard Cohen è uno stranissimo e riuscitissimo romanzo scritto nel 1965 in Grecia durante il periodo di crisi, che porterà l’allora scrittore a trovare poi il successo planetario come cantante.
Non solo romanziere ma anche poeta, Cohen ha pubblicato diverse raccolte particolarmente ispirate, ma non solo. Da allora il suo rapporto con la letteratura non si è mai spezzato, ma è riuscito a trasformarsi, compenetrarsi e a dare voce alle potenti parole che declamava durante i concerti.
Se poi pensiamo che Take this Waltz, una delle sue canzoni di più successo è stata una libera rielaborazione della poesia di Federico Garcia Lorca Pequeño vals vienés e ci accorgiamo che per anni Leonard Cohen ha lavorato alla canzone ci accorgiamo che questo cantante unico è tra i più fulgidi esempi di come l’arte travalichi ogni singolo confine.
Edoardo Bennato
Non solo all’estero ma anche in Italia sono tantissimi gli artisti che non solo hanno preso parole e ispirazioni dalla letteratura ma ci hanno abilmente giocato, e intessendo parole magiche e scorrevoli entrate oramai nell’immaginario collettivo. Mischiando folk, rock e blues Edoardo Bennato, ha sempre utilizzato i personaggi delle favole per le sue canzoni come tra le più celebri:
- Peter Pan.
- Capitan Uncino.
- Il Gatto e La Volpe.
- Mangiafuoco.
- L’isola che non c’è.
Fino ad arrivare ai riferimenti al burattino con i fili, notissimo per gli spettacoli teatranti napoletani ma anche un chiaro riferimento a Pinocchio.
Nel nostro panorama Edoardo Bennato è personaggio davvero atipico. Nel 1976 è stato il primo autore italiano a esibirsi come star al Montreux Jazz Festival, nei primi anni Ottanta è stato, di nuovo, il primo autore a riempire lo stadio di San Siro e prima ancora di Bob Dylan è stato il primo autore al mondo a pubblicare due album a distanza di soli 15 giorni. I suoi testi ironici e con un forte valore simbolico hanno sempre colto nelle favole di tradizione popolare un terreno fertile al quale attingere.
Patti Smith
Patti Smith è stata ed è tutt’ora, la poetessa del rock. Inseguendo da sempre il sogno dell’arte e della creatività, il percorso di questa straordinaria artista, è un fulgidissimo esempio di quello che può essere il rock colto e allo stesso tempo popolare. Laureata all’Università di Parma con Laurea Honoris Causa in Lettere Classiche e Moderne, Patti Smith è stata scelta da Bob Dylan per ritirare il Nobel per la letteratura a suo nome. E non a caso! Non solo per la lunga amicizia che li lega, ma anche perché Patti Smith è anche poetessa, anzi ha iniziato la carriera proprio come Cohen, scrivendo e leggendo poesie. Tra i suoi punti di riferimento:
- William Burroughs.
- Pasolini.
- Arthur Rimbaud.
Per il nostro autore Pasolini Patti Smith ha fatto tantissimo: parlando di lui ha stregato Morrisey, ha creato mostre e presenziato a eventi internazionali.
E vorrei dire di più di questa icona che ha saputo non solo trascendere il tempo, ma anche le mode, rimanendo sempre se stessa. Per descrivere il lavoro e la personalità di Patti Smith ci vorrebbero pagine e pagine di approfondimenti. Io posso consigliarvi intanto di leggere Just Kids “la confessione di una delle più grandi protagoniste del rock americano, di un’originale poetessa, di una musa, di una donna che ha saputo vivere ai margini delle convenzioni”. Un bellissimo libro da leggere.
Francesco Guccini
Francesco Guccini ancor di più di altri suoi connazionali è stato uno sperimentatore, qualcuno che ha fatto del cantautorato una corazza e insieme un segno di fragilità. Uomo e poeta Guccini ha portato in musica splendide parole che solo uno scrittore avrebbe potuto trovare.
Anche lui come tutti gli altri protagonisti di questo avvincente racconto, ha saputo oltrepassare una soglia immaginaria che solo chi non ha arte dentro vede e che crede sia divisiva delle varie espressioni artistiche. Letterato contro corrente ha saputo reinterpretare a modo proprio e in maniera stupefacente due classici come il Cirano e il Don Chisciotte immedesimandosi in questi due sognatori che per l’arte, e la cosa giusta, avrebbero fatto di tutto.
Guccini ha scritto in maniera prolifica romanzi davvero eccellenti e collaborato alla stesura di numerosi saggi, vediamone alcuni:
- Cronache epifaniche. È il primo romanzo del maestro e risale al 1989.
- Dizionario delle cose perdute.
- Tralummescuro, con il quale è stato finalista al Premio Campiello del 2020, uno dei premi letterari più importanti della nostra penisola.
Willy Vlautin
Willy Vlautin a differenza dei nomi fin qui citati è conosciuto in Italia più come autore di romanzi che come celebre musicista e questo grazie anche al lavoro della piccola casa editrice indipendente della mia città, Roma, che ne ha preso il catalogo ovvero la Jimenez Edizioni.
Cantante, cantautore, chitarrista e leader dei Richmond Fontaine una band di alternative rock davvero famosissima! Già durante questo percorso Vlautin utilizzava le sue abilità di scrittura tanto che le canzoni della band erano paragonate agli scritti di Raymond Carver.
Infine, dopo aver pubblicato Motel Life e aver ricevuto con questo romanzo sociale grande soddisfazione letteraria sia di pubblico che di critica, il cantante ha scritto altri 5 libri di enorme successo. Capace di coniugare temi complessi con una scrittura semplice ed evocativa che lavora per immagini e con una grande dose di romanticismo.
“Quando l’uomo scoprì per la prima volta la potenza espressiva che si nasconde nelle parole, inventò poesia e canto: tutta la lirica antica era cantata e/o accompagnata da strumenti, e le due espressioni artistiche, letteratura e musica, si resero indissolubili per molti secoli; studiare la storia della poesia è studiare la storia della musica e viceversa. Nell’antica Grecia non esistevano le figure separate del poeta e del cantore, in quanto la melodia era strettamente intessuta agli schemi metrici della poesia, accompagnata da intervalli di una quinta o un’ottava.” (Breve Storia della Musica, 1963, Torino, Einaudi.)
Conclusione
Non è mai esistita una netta separazione tra musica e letteratura e le nuove discipline comparate stanno finalmente mettendo fine a quella che era una lettura fin troppo semplicistica di questa sottile linea rossa che collegava i due mondi.
Per gli scettici è bene pensare che un Premio Nobel come Toni Morrison, la prima donna afroamericana a meritare il premio, abbia visto in un rapper come Kendrik Lamar il suo vero erede letterario esultando alla vincita del premio Pulitzer per le sue canzoni.
Ed è noto come Kurt Cobain, uno degli ultimi grandi rocker della storia, si fosse infatuato fatalmente della nostra Divina Commedia letta un giorno in una biblioteca di Seattle quando era ragazzino. E infine la nostra Divina Commedia ritorna nella letteratura più volte di quello che è lecito pensare, come dimostrano i versi di questa canzone di Bob Dylan:
“Then she opened up a book of poems
And handed it to me
Written by an Italian poet
From the thirteenth century.
And every one of them words rang true
And glowed like burnin’ coal
Pourin’ off of every page
Like it was written in my soul from me to you,
Tangled up in blue.” (Tangled Up In Blue, 1975, Bob Dylan)